Cani da palude

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Il cane da palude

La caccia in palude è una delle pratiche venatorie tra le più difficili e dure, l’ambiente è ostile per uomini e cani. E’ una pratica venatoria per pochi eletti e veri conoscitori di quell’ambiente particolare che è la palude. Bisogna conoscere gli uccelli e non solo le specie cacciabili, le loro abitudini fenologiche, il loro comportamento, conoscere il terreno, le tracce, le fatte e importantissimo interpretare in anticipo le variazioni meteorologiche. Infatti, la presenza abbondante degli uccelli è sempre legata a particolari condizioni atmosferiche. Per quanto riguarda i cani, ci vogliono cani con grande carattere, tenacia, forza, passione, senso del selvatico e non in ultimo una grande resistenza fisica.

E’ chiaro che in queste difficili ed impegnative cacce agli uccelli acquatici anche molte razze da ferma e finanche i nobili meticci, possono essere validi ausiliari e svolgere un generoso lavoro: però l’uomo nel corso degli anni proprio in virtù di questa particolare e specialistica pratica venatoria ha selezionato delle razze che proprio per le loro caratteristiche morfologiche ed attitudinali sono considerati dei veri specialisti. Infatti la Federazione Cinologica Internazionale e l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana accomuna questi specialisti nel Gruppo 8: Cani da riporto, da cerca e da acqua; in pratica delle trenta razze riconosciute appartenenti a questo gruppo, diciamo che i più utilizzati sono i Retrievers e gli Spaniels. I primi sono il Labrador Retriever, il Golden Retriever ed il Flat Coated Retriever – per quanto riguarda gli spaniels il più usato è lo Springer Spaniel Inglese. Diciamo subito che i Retrievers sono utilizzati quasi esclusivamente come cani da riporto, quindi al fianco del cacciatore e pronti al comando nel riporto di anatre sia in acqua che nel folto di canneti, gli Springers invece sono oltre che degli abili riportatori sono anche dei validissimi cercatori/scovatori e riferendosi sempre allo Springer Spaniel Inglese il più alto e potente di tutti gli spaniels. Ecco cosa diceva un grande cinofilo quale William Arkwright:

“Lo Spaniel è il più antico cane da schioppo ed è senza alcun dubbio quello più genericamente utile al cacciatore sportivo, essendo egli in grado di sostituirsi, in caso di necessità, agli altri membri della famiglia, siano essi setter, o pointer, e anche retriever, mentre nessuno di essi è in grado di restituire la cortesia”

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Fatta questa premessa e senza scendere nei particolari dello standard, parliamo degli Springer e mi limiterei a dire che è un cane robusto e compatto, dalla forte muscolatura con altezza al garrese che oscilla tra i 50/51 cm. Ha un carattere estremamente dolce e mai aggressivo, gioioso e di facile apprendimento. Quindi da sempre un cane da caccia versatile sia in termini di selvaggina che di ambiente, per uno springer non esistono limiti, non esistono rovi o macchie intrigate, non esistono canneti, non esiste acqua che lo fermi, anzi dove c’è acqua lo springer è a casa sua, il suo primo elemento. Nei riporti nelle zone umide: laghi, fiumi e mare aperto questo cane non è da meno dei famosi labrador o golden retriever, è un cane potente ed abilissimo nuotatore. Certo per questo ci vogliono i veri springer, quelli aderenti allo standard. Lo Springer spaniel è un cane da cerca e come tale non ferma la selvaggina ma la spinge fino a farla involare. Questo appena sentita l’usta sembra impazzire, è tutto un vibrare di posteriore e coda, è come se seguisse un filo invisibile senza ostacoli e nulla lo trattiene: terreno asciutto, bagnato, allagato o ghiacciato, nel più fitto roveto o pruneto, nel più folto canneto anche dove a malapena tocca il fondo per l’acqua alta, cercare e recuperare uccelli neri (rallidi) e anatre anche sott’acqua, in pochi minuti se non addirittura in pochi secondi arriva sulla preda accaparrandosi il piacere di un bel riporto.

E’ un cane impetuoso, avido nella cerca e se poco collegato non fa sparare a nulla, infatti è usuale far lavorare il cane a non più di 25 metri dal cacciatore. Può anche allungarsi e cacciare anche a cento metri di distanza dal cacciatore, un esempio pratico: un immenso canneto alto e fitto, se entriamo dentro con il cane questo cerca e frulla la selvaggina avanti a noi quindi è impossibile vederla e tanto meno colpirla. A questo punto si rimane fuori dal canneto e si indica al cane di entrare molto più avanti per poi farlo cacciare verso il cacciatore. Questo modo di far lavorare lo Springer cioè di farlo allungare quando serve e chiedergli una certa prestazione, si raggiunge solo con un altissimo grado di obbedienza ed addestramento legato ad un profondo rapporto di “amore” che intercorre tra cane e proprietario. Il cane deve sapersi muovere in modo razionale ed intelligente, sapere cosa sta cacciando e il tutto in perfetta sinergia attraverso un dialogo fatto di gesti e sguardi.

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L’allevamento zootecnico e nella fattispecie di una razza canina deve seguire le indicazioni che vengono dettate e imposte dagli Standard ufficiali di razza. Morfologia e lavoro devono camminare di pari passo, il lavoro è dato dal movimento e questo lo da la morfologia, mai il contrario. Quindi allevare e selezionare cani costruiti come impone lo standard ufficiale di razza del paese di origine, mantenendo ed accentuando le doti attitudinale e caratteriali, nel contempo, per la caccia specialistica di palude, portare sempre i cani dell’allevamento (riproduttori e progenie) a caccia in palude.

Quindi riassumendo in tre frasi: Scelta della Razza più adatta per la palude – corretta selezione zootecnica – pratica quotidiana di vera caccia, un trinomio imprescindibile.

L’educazione cinofila per un corretta convivenza tra uomo e cane

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L’educazione cinofila vuol dire impartire al cane tutte quelle nozioni relative all’ubbidienza e cioè la base per intraprendere un percorso sociale inserito nella vita di tutti i giorni insieme con l’amico uomo, un percorso di vita che deve risultare piacevole e sereno per tutti e non un incubo come purtroppo è per quelle persone che vuoi per un motivo o un altro non hanno saputo o voluto rapportarsi correttamente con il proprio cane. Un cane può essere educato nel senso di ubbidiente e rispettoso, consapevole del proprio ruolo che occupa nel suo nuovo “branco di uomini” e cioè la famiglia, il cane è a tutti gli effetti un componente della famiglia.

L’addestramento cinofilo invece, è impartire al cane determinati insegnamenti atti allo svolgimento di un determinato lavoro, questo è tanto vero quanto un cane perfettamente educato ed ubbidiente e totalmente integrato nella vita sociale, non è in grado di svolgere alcun lavoro specifico. Quindi prima di impartire al cane tutti quei rudimenti per il lavoro che richiede il cane da caccia, è necessario educare e far socializzare il cane con il mondo circostante.

Iniziamo con la scelta del cucciolo, questa sarà orientata considerando vari fattori: tipologia specifica del lavoro, tipologia ambientale e cioè dove vive (in giardino e quindi ampio spazio o in casa quindi spazio limitato) e dove maggiormente viene impiegato (zona di montagna, zona di pianura, climi freddi o miti), ma non in ultimo la scelta soggettiva del piacere di avere quella o quell’altra razza.

Dove acquistare un cucciolo? Sconsiglio l’acquisto di un cucciolo presso un negozio di animali, questo non per pregiudizi vari. E’ d’obbligo comunque verificare ed esigere alcune cose.

Bisogna recarsi dove è possibile vedere i genitori e l’intera cucciolata, vedere i fratellastri di altre cucciolate, comunque dove è possibile vedere i cani nei vari gradi di parentela, in sostanza il posto migliore è un allevamento certificato. Scegliere il cucciolo sempre presso quell’allevatore che con i propri cani svolge attività venatoria continuativa e che alleva rispettoso degli standard ufficiali FCI–ENCI, standard che impongono precise indicazioni selettive zootecniche, quindi corretta costruzione morfologica ed impressa attitudine venatoria. Verificare lo stato igienico, di salubrità e di pulizia dell’allevamento, nonché l’armonia e la socialità intraspecifica ed eterospecifica dei cani all’interno dell’allevamento stesso. Il cucciolo non va ceduto mai al di sotto dei 60 giorni, è d’obbligo rilasciare all’acquirente il libretto delle vaccinazioni e sverminazioni, il certificato medico veterinario di buona salute, certificazione veterinaria di inserimento del microchip e relativa iscrizione all’Anagrafe Canina regionale di appartenenza, modulo di cessione proprietà, modulo ENCI per il pedigree, nonché ricevuta o fattura fiscale dell’avvenuto pagamento del cucciolo. Importante rilasciare al nuovo proprietario tutte quelle nozioni relative alla razza, alla sua corretta crescita, alla sua alimentazione, alla sua educazione ed eventuale addestramento, e comunque seguire negli anni tutte quelle fasi della maturità fisica e psichica del cane uscito dall’allevamento, in un rapporto di reciproca amicizia.

Il cucciolo entra in casa e la cosa fondamentale prima di iniziare qualsiasi tipo di insegnamento è fare ambientare il cucciolo per qualche giorno, in sostanza abituare il cane al nuovo ambiente ed alle persone per lui sconosciute.

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Il richiamo: chiaramente il nome del cucciolo è stato imposto e quindi per lui è una parola sconosciuta. Per abituare da subito il cucciolo ad accorrere verso di noi come pronunciamo il suo nome, prendere dei piccoli bocconcini di carne o formaggio, comunque cose appetibili, e chiamarlo stando molto vicino al cane e allungando una mano con il bocconcino associando contemporaneamente il nome, in brevissimo tempo il cane assocerà il nome a qualcosa di piacevole. Nei giorni successivi ci si allontana sempre più effettuando lo stesso esercizio, ma mai dando eccessive carezze o coccole, questo perché smetteremo in seguito di usare i bocconcini per usare invece tante coccole, arrivati ad un certo punto che può variare da soggetto a soggetto il cane automaticamente e sempre più disinvolto e allegro accorrerà al nostro richiamo pronunciando il suo nome, associando anche a questo successivamente la parola vieni, a questo punto il cane ci segue al nostro chiamare. Il collare per il cucciolo è un oggetto sconosciuto e che da pure fastidio sul collo, quindi abituarlo prima con un collarino leggero e per poche ore e nello stesso tempo distraendolo con delle attenzioni o del cibo, gradatamente capirà che sarà solo un oggetto di piacere. Il guinzaglio è un altro oggetto nuovo che appena messo farà molto probabilmente scalpitare il cucciolo, a questo punto utilizzarlo sempre in modo graduale e lasciarlo lento in modo da dare al cucciolo libertà assoluta, in sostanza ci facciamo portare a spasso dal cucciolo, gradatamente costringiamo il cane a seguirci associando il tutto a carezze, coccole e premio in cibo. Si arriverà al punto che quando si prenderà in mano il guinzaglio con il collare il cucciolo scodinzolerà freneticamente dalla felicità associando questo alla passeggiata e/o al gioco.

Si è già capito che la base per educare ma anche addestrare un cane è il gioco, perché con il gioco si riesce ad ottenere tutto, il cane si deve divertire e mai stancarsi, perché dico questo, perché il cane stanco perde di concentrazione ed assocerebbe la stanchezza ad una cosa non piacevole, quindi fermarsi sempre (in qualsiasi fase di insegnamento o di addestramento) in un momento piacevole e con un premio finale. Il cane deve rimanere con il desiderio di ricominciare una cosa che lo diverte e lo appaga.

Ricordiamoci che mai bisogna perdere la pazienza, bisogna essere sempre comprensivi e mai impulsivi o aggressivi, non pretendiamo che il cane entri nella nostra mente, ma al contrario noi dobbiamo entrare nella sua e diventare “psicologi”. Stiamo affrontando apparentemente una cosa semplice ma al contrario difficilissima e cioè due esseri viventi differenti che comunicano in modo differente e per relazionarsi e capirsi siamo noi che dobbiamo usare l’intelligenza. Le prime fasi di insegnamento all’obbedienza sono fondamentali, sono gli esercizi più semplici ma anche i più delicati perché con essi si forma il cane psicologicamente alla disciplina, tanto necessaria per lo svolgimento del lavoro che in seguito gli viene richiesto. Mai traumatizzare il cane fin dalle prime lezioni, per rovinare un cane ci vuole pochissimo, e la colpa è sempre dell’uomo, per riportare il cane ad un corretto equilibrio e non avere paure o fobie strane ci vuole molto tempo e delle volte si arriva ad un punto irreversibile, quindi non mi stancherò mai di dirlo, pazienza, pazienza e ancora pazienza. Aggiungo, che i migliori risultati si hanno quando proprietario/conduttore vivono in stretto contatto e sintonia nella vita quotidiana, dargli da mangiare personalmente, dargli personalmente le uscite quotidiane, giocare spesso insieme, avere in sostanza un forte contatto fisico fino ad arrivare al punto di “sporcarsi” reciprocamente.

Qui di seguito elencherò degli esercizi fondamentali che è bene che ogni proprietario/conduttore insegni al proprio cane, mi limiterò a citarli anche perché ovunque sui testi specializzati, ma anche su internet, oppure affidandosi ad un educatore cinofilo professionista, potrete acquisirne maggiormente la tecnica. Si consiglia di lavorare insieme (l’educatore cinofilo, il proprietario e il cane) ed imparare la metodologia impartita dall’educatore/addestratore cinofilo, le soddisfazioni saranno maggiori e si creerà ancor più forte il binomio e la complicità tra proprietario e cane, un’amicizia ed una sinergia di lavoro applicata all’arte venatoria e cinegenetica.

Condotta al guinzaglio che non è il solo passeggiare ma è camminare al fianco sinistro senza mai sorpassare il conduttore. Il fermo, portate il cane al fianco sinistro in passeggiata e con una piccola ritenuta fermate il cane e nello stesso tempo con la voce perentoria intimate “fermo”, ripetere l’esercizio più volte, il cane gradatamente assocerà la parola alla trattenuta che gli impone di fermarsi, continuare poi a guinzaglio lento eseguendo lo stesso esercizio, per arrivare a farlo senza guinzaglio, il tutto sempre gradatamente nelle varie fasi. Il seduto, porre il cane davanti a noi, e contestualmente in modo delicato con il palmo della mano destra alzare il muso e con la mano sinistra sulla groppa fare una pressione spingendolo in posizione di seduto, contemporaneamente sempre con voce perentoria intimare “seduto” anche in questo caso ripetere più volte e l’esercizio verrà imparato in poco tempo. Il terra, acquisito che il cane sappia fare il seduto a comando, mettere il guinzaglio e collare al cane, condurlo al passo sempre sul fianco sinistro, ordinargli il fermo, successivamente il seduto, a questo punto prendere le gambe anteriori del cane dai piedi e tirare verso di noi, automaticamente il cane si mette in una posizione detta da “sfinge”, mettere il guinzaglio sul dorso del cane e intimare la voce “terra”, questo esercizio come gli altri va ripetuto a intervalli di dieci/quindici minuti, questo per non stancare il cane e per non farlo deconcentrare. Ogni fine esercizio dare al cane un piccolo bocconcino di formaggio o wurstel e tante carezze dicendo “bravo” – “bravo” – “bravo”.

Una raccomandazione: bisogna sempre controllare al massimo grado il nostro cane, in tutte le situazioni, questa nostra autorità incondizionata rapportata nel sistema sociale gerarchico dei lupi è vista dal nostro cane come Capobranco, l’uomo è il Capobranco di questo branco di animali diversi tra loro. Il cane è l’ultimo a comandare nel nostro sistema sociale quale la famiglia, un esempio pratico da non sottovalutare, in qualsiasi posto di entrata o uscita tipo: in ascensore, porta di casa, porta di un ristorante, porta di un bar, in qualsiasi altra porta di accesso, il cane non entra mai prima dell’uomo, se questo non gli viene ordinato, quindi fin da cucciolo abituare il cane in questo modo.

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Affrontiamo anche un elemento importante che molte volte preoccupa i cacciatori e cioè la paura dello sparo: ci sono vari metodi per ovviare a questa paura, intanto iniziamo a dire che MAI si deve portare un cane in una zona addestramento cani o in terreno libero, mettere un animale a terra farlo alzare e sparare dietro al cane, questo il 90% dei casi rovina il cane per il semplice fatto che questo non capisce perché si deve prendere tale frastuono sopra la testa. Il cane come abbiamo detto apprende e lavora per associazionismo, quindi portare il cucciolone ad un tiro al piattello e porsi ad una distanza tale da sentire i spari in modo flebile, a questo punto giocare con il cane, fargli fare dei riporti con una pallina o un dummy, farlo mangiare nella sua ciotola, in questo modo graduale il cane assocerà quei spari lontani in qualcosa di gradevole, ripetere l’esercizio gradualmente nei mesi avvicinandosi sempre più alla fonte di sparo. Altro sistema è quello di andare in campagna con un amico munito di fucile o pistola a salve, porre l’amico a distanza tale da non sentire uno sparo molto forte, comunque circa trecento metri e sparando in direzione opposta dalla nostra, noi nel frattempo con il nostro cucciolo giochiamo o cerchiamo degli ipotetici animali o facciamo dei riporti, in sostanza dobbiamo far divertire il cane e tenergli l’attenzione non su quel botto strano, ovviamente nei giorni successivi accorceremo la distanza, anche in questo caso il cane assocerà lo sparo a qualcosa di piacevole e non avrà mai problemi.

Abituare il cane alla presenza di altri animali, portare il cane in zone dove sono presenti animali domestici di varie razze o anche selvatici e all’inizio portarlo in passeggiata legato al guinzaglio, il cane di fronte a questi animali deve rimanere indifferente, procedere successivamente alla conduzione senza guinzaglio quando si è sicuri della correttezza e della non curanza verso animali che non siano in situazioni o oggetto di caccia.

Ricordiamo sempre che è assolutamente vietato educare, addestrare ed allenare il cane con mezzi coercitivi o dolorosi che possano causare stress psico/fisico. Attualmente questa pratica è perseguibile penalmente dalla legge.

Stefano De Vita e Maria Laura Parisi

Allevatori cinofili riconosciuti ENCI e FCI con Affisso “Casa Corona”
Educatori e addestratori Cinofili riconosciuti ENCI e Regione Lazio
Esperti Giudici ENCI

Sono i nostri consulenti cinofili
per qualsiasi info potete contattarli via e-mail: stefano.devita@libero.it

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